giovedì 21 agosto 2014

METALHEAD - LA RECENSIONE




                                 
Ambientato in Islanda nei primi anni 90, Metalhead racconta la storia di Hera, una giovane ragazza sensibile che vive con i genitori in una piccola fattoria dell'isola. Dopo la morte del fratello, della quale lei continua a darsi la colpa,  Hera riuscirà a dare pace al suo dolore solo grazie alla musica Black Metal. 


E' un film struggente e dolce, ma allo stesso tempo doloroso e feroce . Il regista riesce a farci sentire la sofferenza e la rabbia della protagonista in tutte le sue forme. Hera affronterà un viaggio interiore che la porterà ad allontanarsi dalla famiglia, dagli amici e dalla  fede, fino ad isolarsi completamente e ad usare la musica come suo unico sfogo per il dolore che porta dentro di se. Scioccherà la piccola comunità in cui vive,  prima con il look, poi con la sua musica, per arrivare in fine al gesto estremo che la porterà vicina alla morte. Molto bella la fotografia e le ambientazioni naturali, che ci mostrano gli stupendi scenari gelidi e vuoti dell'isola. Ambientato nei primi anni 90, il film ci mostra anche i fatti di cronaca che contrassegnarono quegli anni nel Nord Europa; l'avvento della musica Black Metal e gli incendi delle chiese in Norvegia per mano del musicista Varg Vikernes.



                                                 


Nessun commento:

Posta un commento