lunedì 29 settembre 2014

SIN CITY 2 - UNA DONNA PER CUI UCCIDERE


A 9 ANNI DI DISTANZA DAL PRIMO FILM ROBERT RODRIGUEZ E FRANK MILLER TORNANO A RACCONTARCI LE STORIE DELLA CITTA' DEL PECCATO. 





















TRAMA: Quattro storie e i soliti personaggi che si intrecciano e si scontrano, tra locali notturni, bellissime donne armate di lame taglienti, gioco d'azzardo, amore e tradimenti, il tutto sempre ambientato nella sporca e marcia città di Sin City. Quattro episodi: Una Donna Per Cui Uccidere, Solo Un Altro Sabato Sera, Quella Lunga, Brutta Notte e La Grossa Sconfitta. 


Tra le piovose e buie notti della città si muovo assetati di vendetta i cinque personaggi: il grosso Marv, sempre pronto a spaccare teste, Johnny, il giovane e arrogante giocatore d'azzardo, la bella Ava, seducente e affascinante al punto di far commettere agli uomini qualsiasi tipo di pazzia, la spogliarellista Nancy, ormai alcolizzata e assetata di vendetta per la morte di Hartigan e il violento Dwight, ancora una volta in conflitto con il mondo intero. 

Dopo 9 anni sembra che nulla sia cambiato, anche questa volta Rodriguez rimane rigorosamente fedele al Graphic Novel, con il suo bianco e nero, le sue voci fuori campo che fanno molto noir, le sue parrucche bionde e gli schizzi rossi del sangue. Non è un pessimo sequel, ma a mio parere non era necessario visto che il primo film era stato così tanto sconvolgente quanto innovativo. In questo nuovo film si ripete la solita formula, anche se leggermente appiattita. Niente da dire sugli attori comunque, che riescono anche questa volta a dare il massimo e ad essere tanto affascinanti, quanto spietati. Per Mickey Rourke e Josh Brolin c'è poco da dire, ormai sono dei professionisti della pellicola, questa volta i complimenti vanno al reparto femminile, cioè, la stupenda Eva Green, che riesce a restare veramente poco vestita per tutto il film e a Jessica Alba, sempre più sexy e provocante. Inutile la piccola parte di Ray Liotta, quanto quella di Lady Gaga, che non si capisce ancora come mai piaccia così tanto al nostro Rodriguez. Da notare invece (anche se per una sola scena) la piccola apparizione di Christopher Lloyd nella parte di un chirurgo tossicodipendente.  




              
             

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