lunedì 29 settembre 2014

SIN CITY 2 - UNA DONNA PER CUI UCCIDERE


A 9 ANNI DI DISTANZA DAL PRIMO FILM ROBERT RODRIGUEZ E FRANK MILLER TORNANO A RACCONTARCI LE STORIE DELLA CITTA' DEL PECCATO. 





















TRAMA: Quattro storie e i soliti personaggi che si intrecciano e si scontrano, tra locali notturni, bellissime donne armate di lame taglienti, gioco d'azzardo, amore e tradimenti, il tutto sempre ambientato nella sporca e marcia città di Sin City. Quattro episodi: Una Donna Per Cui Uccidere, Solo Un Altro Sabato Sera, Quella Lunga, Brutta Notte e La Grossa Sconfitta. 


Tra le piovose e buie notti della città si muovo assetati di vendetta i cinque personaggi: il grosso Marv, sempre pronto a spaccare teste, Johnny, il giovane e arrogante giocatore d'azzardo, la bella Ava, seducente e affascinante al punto di far commettere agli uomini qualsiasi tipo di pazzia, la spogliarellista Nancy, ormai alcolizzata e assetata di vendetta per la morte di Hartigan e il violento Dwight, ancora una volta in conflitto con il mondo intero. 

Dopo 9 anni sembra che nulla sia cambiato, anche questa volta Rodriguez rimane rigorosamente fedele al Graphic Novel, con il suo bianco e nero, le sue voci fuori campo che fanno molto noir, le sue parrucche bionde e gli schizzi rossi del sangue. Non è un pessimo sequel, ma a mio parere non era necessario visto che il primo film era stato così tanto sconvolgente quanto innovativo. In questo nuovo film si ripete la solita formula, anche se leggermente appiattita. Niente da dire sugli attori comunque, che riescono anche questa volta a dare il massimo e ad essere tanto affascinanti, quanto spietati. Per Mickey Rourke e Josh Brolin c'è poco da dire, ormai sono dei professionisti della pellicola, questa volta i complimenti vanno al reparto femminile, cioè, la stupenda Eva Green, che riesce a restare veramente poco vestita per tutto il film e a Jessica Alba, sempre più sexy e provocante. Inutile la piccola parte di Ray Liotta, quanto quella di Lady Gaga, che non si capisce ancora come mai piaccia così tanto al nostro Rodriguez. Da notare invece (anche se per una sola scena) la piccola apparizione di Christopher Lloyd nella parte di un chirurgo tossicodipendente.  




              
             

FRANK - LA MUSICA SENZA VOLTO CANTATA DA FASSBENDER

PRESENTATO AL SUNDANCE FILM FESTIVAL 2014 E LIBERAMENTE ISPIRATO ALLA STORIA DI CHRIS SIEVEY, COMICO INGLESE CHE QUANDO NON SI ESIBIVA COME CABARETTISTA SI DIVERTIVA A SUONARE IN UNA BAND INDOSSANDO UNA GROSSA TESTA DI CARTAPESTA.   






















TRAMA: Jon (Domhnall Gleeson) è un giovane aspirante musicista. Desideroso di raggiungere il successo, scoprirà di avere fatto il passo più lungo della gamba quando si unirà a una banda di eccentrici musicisti guidati dal misterioso ed enigmatico Frank (Michael Fassbender), un genio della musica che indossa costantemente una maschera di cartapesta. 






















E' un film tanto toccante quanto surreale, che ci mostra il dramma di un musicista senza volto sensibile e stravagante, il tutto raccontato attraverso i Twitter e i video di Youtube postati dal giovane tastierista Jon. Michael Fassbender riesce a trasmettere (anche senza mostrarci il suo volto) il dramma che vive il personaggio di Frank, imprigionato in una grossa testa di cartapesta, spaventato dal mondo che lo circonda e che lo rende timido ed eccentrico.  

La musica (tutta originale), è stata suonata live dai protagonisti durante le riprese, è un misto di sonorità post rock elettroniche e dai testi surreali, grotteschi ed allucinanti, che ci raccontano l'universo che Frank vede tutti i giorni attraverso i sui grossi occhi di carta pesta. Un mondo che lui ama osservare, ma al quale non vuole mostrare il proprio volto. Il film per certi versi potrebbe essere una versione più stravagante di "Quasi Famosi", dove anche in questo caso vediamo un giovane ragazzo ambizioso raccontarci i problemi e le difficoltà di una band nel dover esprimere veramente la loro arte, i loro sentimenti e le loro paure. Il giovane Jon ci racconta questo mondo usando i metodi moderni della comunicazione, che sono Twitter e Youtube, non riuscendo a capire però il confine che vi è tra la parola arte e fenomeno da baraccone.  









                                                                 

sabato 27 settembre 2014

HELVETICA - QUANDO UN DOCUMENTARIO TI INSEGNA AD OSSERVARE DIVERSAMENTE LE SCRITTE CHE VEDI TUTTI I GIORNI

Helvetica è uno dei caratteri più famosi al mondo, tecnicamente parlando si tratta di un sans serif carattere gotico, ispirato e basato sul Akzidenz carattere gotico creato da Berthold circa nel 1898.
In termini pratici, però, è utilizzato dai progettisti, da imprese indipendenti e grandi società in tutto il mondo. 
Gary Hustwit ci porta in un viaggio attraverso la storia del font più utilizzato al mondo. Un documentario sulla tipografia, il graphic design e la cultura visiva nel mondo, che cerca di farci capire quanto questi caratteri influenzino le nostre vite tutti i giorni. 












                                                                                 

THE SCRIBBLER, IL FILM TRATTO DALLA GRAPHIC NOVEL DI DANIEL SCHAFFER - LA RECENSIONE

















TRAMA:  Una giovane donna analizza la sua distruttiva malattia mentale usando una macchina sperimentale, The Siamese Burn, ideata per eliminare le personalità multiple. Man mano che Suki viene curata, viene perseguitata da un’idea… cosa accadrà se l’ultima identità non desiderata è lei? 




Il film è tratto dall'omonima graphic novel del 2006, scritta e disegnata dal visionario autore Inglese Daniel Schaffer e pubblicata dalla Image Comics. Il film è diretto dal giovane regista John Suits e vede un cast tutto al femminile, formato per la maggior parte da attrici provenienti da serie tv Americane, che però sembrano trovarsi perfettamente a loro agio nel mondo del cinema. Come l'attrice Katie Cassidy, resa famosa per la serie tv "Arrow" e che in questa pellicola ricopre il ruolo del personaggio di "Suki", la protagonista. Tra le altre attrici troviamo Michelle Trachtenberg, Eliza Dushku, Gina Gershon e la famosa attrice, cantante, pornodiva Sasha Grey. 
                                                           
RECENSIONE: 

Il film è un buon thriller sci-fi che alterna momenti di pazzia, azione e sensazioni claustrofobiche, il tutto avvolto da una interessante atmosfera dark. Ottima la fotografia e la cura quasi maniacale che ha il regista per i piccoli dettagli. Le scenografie sporche e underground ci riportano senza dubbio alla idea di fumetto, come una buona parte delle inquadrature. Il regista senza dubbio non si vuole allontanare troppo dall'idea di base del fumetto, scelta tra l'altro coraggiosa e molto difficile, che però sembra essere riuscita. 
Bravissima anche Katie Cassidy che riesce a dimostrare di non essere una semplice attricietta da serie tv per famiglie.
Con questa pellicola, a mio modesto parere, si dimostra sempre più vera l'idea che i graphic novel saranno ormai i nuovi romanzi del futuro, da dove i registi potranno attingere per trovare buoni soggetti o idee cinematografiche, non è la fine di niente comunque, è solamente un nuovo inizio.
                                                           

mercoledì 24 settembre 2014

ODIO I FILM DI ZACK SNYDER E MICHAEL BAY




Sono dieci anni che il cinema Americano ci inonda di film spazzatura dai super effetti speciali, con esplosioni, distruzioni di intere città e combattimenti a velocità supersonica, dove tra un'esplosione e l'altra ci scappa sempre la solita battutina da bimbominkia.
Non voglio che pensiate che odio i film d'azione, anzi, è proprio perchè adoro questo genere che sono schifato da tutta questa spazzatura che sta impestando i nostri cinema e che chiaramente è sempre  firmata da Michael Bay e Zack Snyder (volendo potrei metterci anche Nolan, ma lui lo considero ancora un regista sul filo del rasoio, quindi per il momento lo risparmio). 


Non si tratta di fare una critica al cinema Americano d'azione o come lo chiamiamo a volte "Le Americanate", voglio solo cercare di far capire alla gente che questi due registi sono senza dubbio i più sopravvalutati degli ultimi dieci anni. 
Hanno iniziato entrambi girando videoclip musicali e spot televisivi
(lo spot più famoso di Snyder e che tutti sono sicuro ricorderanno è quello del prosciutto CITTERIO, che vedeva come protagonista Silvester Stallone). 



Per chi non lo ricordasse può riguardarselo qui sotto per darsi una rinfrescata alla memoria. 



Ma passiamo ai veri danni che hanno fatto questi due nel cinema, Snyder dopo avere sfornato videoclip e capolavori pubblicitari (come questo schifo sopra) viene contattato da qualche bel produttore di Hollywood che decide di affidargli la regia di "La Notte Dei Morti Viventi" remake del capolavoro di Romero, che Snyder distrugge completamente inventandosi un nuovo tipo di zombi che corre. Micheal Bay invece, dopo premi come miglior regista pubblicitario dell'anno e premi per video musicali, approda sul grande schermo con un film d'azione con Will Smith e Martin Lawrence chiamato "Bad Boys " e che anni dopo avrà persino un sequel sempre diretto da Bay.


























CRITICHE ALLO STILE E ALLA TECNICA DI SNYDER E BAY:

Dobbiamo dire che Snyder e Bay riescono a dividere la critica in due categorie, c'è chi li ama e chi li odia. Chi li ama li considera le nuove rivelazioni del cinema Americano, chi li odia li critica pesantemente per la loro mancanza di tecnica e di stile (critica che condivido in pieno). Snyder riuscirebbe a fare addormentare anche un insonne cronico con uno qualsiasi dei suoi film, mentre Bay non riesce a tenere l'inquadratura fissa su di un'attore nemmeno a pagarlo oro. 

Non riesco ancora a spiegarmi cosa ci possa trovare Nolan in un regista come Snyder, visto che continua a produrgli film orripilanti tipo "L'uomo D'acciaio" il quale ancora oggi non riesco a capire come possa avere incassato così tanto al Box Office (ricordiamo che ora Snyder sta girando addirittura Superman contro Batman). A mio parere Superman è forse il super eroe più odioso della storia del fumetto e ritengo impossibile fare un buon film su Superman ambientandolo ai nostri giorni, per un semplice motivo, Superman è un super eroe vecchio che non può trovare una collocazione ai giorni nostri. Qualcuno dovrebbe dire a Snyder di smettere di fare film tratti dai fumetti, anche perchè a mio modesto parere ne ha già rovinati anche troppi, come ad esempio Watchman, che l'unica cosa apprezzabile del film sono i titoli di testa e il personaggio di Rorschach. 

Al contrario, il caro Bay dopo aver sfornato film inutili dove si elogia l'America in tutte le sue forme, come  The Rock, Armangeddon e Pearl Harbor, fu preso sotto l'ala di un'altro 
regista che sa sicuramente far girare bene i soldi, Steven Spielberg, che gli affidò la regia di Transformers, dal quale nacque una trilogia (anche questa pellicola ha fatto il pieno di incassi). Bay ha imparato bene la tecnica di produzione di Spielberg, per il fatto che la tecnica che usa il caro Steven è questa: prende un regista e gli affida un film che lui stesso si vergognerebbe a girare, poi se l'incasso del film va bene  sene prende la gloria come se lo avesse girato lui, se  invece il film è un fiasco  totale si scorda completamente di aver prodotto la pellicola. Ultima opera prodotta da Bay che come al solito ha fatto già un sacco di incassi pur essendo una cagata mostruosa è il reboot delle Tartarughe Ninja, diretto da Jonathan Liebesman. Anche se figura solo come produttore, l'impronta del caro Bay si vede alla grande, impossibile non riconoscere il suo tocco nelle scene d'azione alle quali è impossibile stare dietro, per il fatto che è incapace di fare un piano sequenza, un'altra caratteristica del film che ci ricorda il caro Bay sono le orrende luci fluorescenti 
 che spuntano da tutte le parti, coprendo spesso e volentieri i volti degli attori, naturalmente non mancano le classiche battute idiote che escono dalle bocche dei personaggi e che sono un chiaro marchio di fabbrica di Bay. A mio parere Liebesman in questa pellicola è stato pagato solo per metterci il nome, quando in verità è stato tutto girato da Bay. Aspettiamo ansiosi le nuove schifezze che Snyder e Bay vorranno proporci in futuro e che so già, incasseranno molto bene.                                                                        










venerdì 19 settembre 2014

CINEMA DI GENERE: ITALIAN CANNIBAL MOVIE























Nato in Italia nei primi anni 70, il cannibal movie, fu un uno dei generi più controversi tra le pellicole del cinema genere. Spesso criticato duramente, per le tematiche sessiste e il tipo di violenza estrema (non che violenza reale sugli animali), è comunque uno dei filoni più ricordati tra gli appassionati del cinema degli anni 70. 

LA STORIA:
                                               
L'idea di creare questo genere di pellicole nacque quasi per caso, quando ad una produzione Italiana venne l'idea di fare un film che si ispirasse alla famosa pellicola di Elliot Silverstein "Un Uomo Chiamato Cavallo", che però, invece di avere come protagonisti gli indiani d'America, avesse tribù indigene di cannibali. Il film in questione si chiamava "Il Paese del Sesso Selvaggio" ed è considerata ancora oggi la pellicola che fece da apripista al genere Cannibal Movie, anche se in realtà il film ha una sola scena di cannibalismo e forse rientra molto di più nel genere avventuroso, ma comunque non è possibile parlare del genere cannibal senza nominare questo film e il regista che lo girò, Umberto Lenzi. 

Dopo il successo della pellicola i produttori decisero di poter sviluppare molto più approfonditamente questo genere, gli ingredienti erano semplici: scene di cannibalismo, location tropicali, scene di violenza brutale, scene di nudo (spesso erotiche) e tematiche dove si confrontasse l'uomo civilizzato con l'uomo selvaggio. 



















OGGI RICORDIAMO 10 DELLE PELLICOLE CHE RESERO QUESTO GENERE LEGGENDARIO: 


IL PAESE DEL SESSO SELVAGGIO - Umberto Lenzi (1972) 


TRAMA: 

Per sfuggire alla polizia, un uomo si rifugia nella foresta thailandese. Alcuni indigeni lo catturano e lo tengono prigioniero fino a che la figlia del capo tribù intercede per lui. Il protagonista tenta la fuga e ammazza il fidanzato della ragazza: riportato al villaggio la sposa e, quando lei muore di parto, accetta di vivere assieme alla sua nuova gente.














ULTIMO MONDO CANNIBALE - Ruggero Deodato (1977) 


TRAMA: 

Nella foresta pluviale delle Filippine un cercatore di petrolio sfugge alla cattura da parte una tribù cannibale primitiva e si adopera per ritrovare il suo compagno disperso e raggiungere il loro aereo per tornare a casa.















EMANUELLE E GLI ULTIMI CANNIBALI - Joe D'amato (1977)


TRAMA: 

Emanuelle, giornalista di un periodico scandalistico di New York, va in Amazzonia, con l'etnologo Mark Lester, alla ricerca di una tribù di indios antropofagi, che si riteneva estinta. Alla spedizione, organizzata dal giornale, si aggregano la figlia di un "fazendero", una suora diretta alla missione e due coniugi, che si fingono cacciatori mentre in realtà vogliono ritrovare due sacchetti di diamanti nascosti in un aereo da turismo precipitato nella giungla. Finiranno tutti, tranne Emanuelle, Lester e una ragazza da loro fortunosamente salvata, in pasto ai cannibali.















LA MONTAGNA DEL DIO CANNIBALE - Sergio Martino (1978)

 TRAMA: 

L'etnologo Harry Stevenson è andato ad esplorare, in un'isola della Nuova Guinea una montagna che anche le autorità locali considerano tabù (si dice che custodisca un terribile segreto). Poiché lo scienziato sembra scomparso, la moglie Susan e il cognato Arthur partono alla sua ricerca assieme a un amico di Harry, Edward Foster, e ad alcuni portatori indigeni. La spedizione attraverso la giungla irta di pericoli e funestata dall'apparizione di misteriosi e ferocissimi selvaggi, provoca la morte di alcuni portatori e la fuga degli altri. Susan e i suoi compagni raggiungono finalmente una missione dalla quale ripartono con un medico, Manolo disposto a guidarli sino alla temuta montagna.











CANNIBAL HOLOCAUST - Ruggero Deodato (1979)



TRAMA: 

Finanziati da una stazione televisiva di New York nonché dall'università della stessa metropoli, quattro giovani si sono inoltrati in una zona sconosciuta dell'Amazzonia e non sono più tornati. Erano i tre operatori Alan, Jack e Mark, accompagnati dalla giornalista Shanda. Il prof. Munro, inviato degli Stati Uniti e accompagnato da due persone concesse dal governo locale, seguendo il probabile cammino percorso dagli scomparsi, raggiunge le tribù selvagge presso le quali trova tracce del passaggio dei quattro e raccoglie diverse bobine di pellicola della documentazione dagli stessi raccolta. Tornato presso i committenti con il materiale, prima di decidere se metterlo in onda, il Munro lo visiona e si trova davanti alla dimostrazione del perché i quattro giovani sono stati massacrati.








MANGIATI VIVI! - Umberto Lenzi (1980)


TRAMA: 

Un'americana, accompagnata da un rude avventuriero, cerca di liberare la sorella che, affascinata da un losco santone, lo ha seguito nella giungla infestata dai cannibali. La missione non avrà successo: la ragazza ricercata verrà mangiata dagli antropofagi e il santone ordinerà il suicidio collettivo ai suoi seguaci.


















ZOMBI HOLOCAUST - Marino Girolami (1980)


TRAMA: 

In un ospedale di New York il prof. Drydock e la sua assistente Laurie sono preoccupati per le inspiegabili mutilazioni di cadaveri che si verificano. Tesa una trappola scoprono il profanatore, egli anziché farsi catturare, preferisce uccidersi, ma prima di morire mormora una strana parola, "Kito". Grazie a Laurie e Chandler, un medico della Sanitary Section, scoprono di trovarsi di fronte ad alcuni fenomeni di cannibalismo, e scoperto che nell'arcipelago delle Molucche esiste un'isola chiamata "Kito", insieme a George, assistente di Chandler, e Susan, una giovane giornalista, organizzano una spedizione.














ANTROPOPHAGUS - Joe D'amato (1980)


TRAMA: 

Julie si trova al Pireo alla inutile ricerca di un battello che la porti in una lontana isola greca dove dovrebbe essere ospite di una coppia di amici francesi. Casualmente la ragazza incontra una nutrita compagnia di giovani che, essendo forniti di yacht e non avendo una meta precisa, imbarcata Julie, si dirigono con la stessa all'isola. Appena sbarcati, scoprono che il villaggio è del tutto deserto a causa di vicende drammatiche che hanno determinato la morte di diversi abitanti e la fuga precipitosa di altri. Incuriositi e spaventati, i giovani Alan, Daniel, Arold, Carol, Julie e Meggy (la quale è incinta), si mettono a frugare e scoprono due altre donne: la giovanissima Ariette, cieca e terrorizzata, nonché Ruth che si impiccherà per disperazione. Tuttavia, prima di venire a capo dei misteri dell'isola, subiscono aggressioni da un mostro: i coniugi Arold e Meggy vengono uccisi dal mostro che, tra l'altro, divora il feto della gestante.








CANNIBAL FEROX - Umberto Lenzi (1981) 


 TRAMA:  

Gloria Davis, studentessa americana, con il fratello Rudy e l'amica Pat; si reca in Amazzonia per documentarsi su alcuni casi di preteso cannibalismo. Oltrepassando insidie, cadaveri e terrori, incontrano due giovani americani, Mike e Joe, questi ferito e in preda al panico, che dicono di essere sfuggiti ai cannibali. In un villaggio abbandonato trovano un cadavere che anziché di un portoghese torturato e ucciso dagli indios risulta essere un indio che Mike ha così ridotto per derubarlo di alcuni smeraldi. Joe muore per setticemia, e gli altri vengono torturati e uccisi meno Gloria che, allo stremo, verrà salvata. A New York, dopo qualche mese, Laura riceverà solennemente la laurea in scienze antropologiche per la tesi dal titolo "Cannibalismo, fine di un mito".











SCHIAVE BIANCHE, VIOLENZA IN AMAZZONIA - Mario Gariazzo (1985)

TRAMA: 

Catherine Miles, figlia di ricchi proprietari terrieri, residenti a Ciudad Rosaz in Brasile, conclusi gli studi liceali in Inghilterra, torna dai genitori in occasione del suo diciottesimo compleanno, per trascorrere con loro una vacanza in Amazzonia. Durante un viaggio in barca lungo l'Orinoco, si vede uccidere sotto gli occhi da micidiali frecce al curaro i genitori, subito dopo decapitati da alcuni indios Guanirà, tagliatori di teste, che la raccolgono ferita, la conducono al loro villaggio dove è sottoposta a sevizie crudeli e venduta all'asta al guerriero Umukai.


BIG EYES - IL NUOVO FILM DI TIM BURTON, ECCO IL TRAILER























USCIRA' NELLE SALE A NATALE ED AVRA' COME PROTAGONISTI AMY ADAMS E CHRISTOPH WALTZ. PER QUESTA PELLICOLA BURTON TORNA A LAVORARE CON SCOTT ALEXANDER E LARRY KARASZEWSKI, GIA' SCENEGGIATORI DI ED WOOD. 



Il film racconta la vera storia di Margaret Keane e di suo marito Walter Keane, che fu per anni ritenuto l’autore di una serie di dipinti che rivoluzionarono l’arte americana tra gli anni ’50 e ’60, accaparrandosi i meriti artistici della moglie, reale autrice dei quadri.  
Guardando il trailer possiamo già notare il classico tocco alla Burton, sia nei colori che dalle atmosfere solari alla Big Fish. Forse sembra che Burton si sia finalmente risvegliato dal suo "coma artistico", che negli ultimi anni sembrava averlo colpito facendogli tirare fuori pellicole non degne del suo nome. 

Qui sotto il trailer del film:









                                                                                 



giovedì 18 settembre 2014

MAPS TO THE STARS - LA RECENSIONE DEL NUOVO FILM DI DAVID CRONENBERG























PRESENTATO A CANNES, DOVE GLI E' STATO ASSEGNATO IL PREMIO "MIGLIORE ATTRICE" PER L'INTERPRETAZIONE DI JULIANNE MOORE, MAPS TO THE STARS E' IL NUOVO FILM DI DAVID CRONENBERG, CHE QUESTA VOLTA ESPLORA IL MONDO DELLA FREDDA, NEVROTICA E SURREALE HOLLYWOOD. 




























TRAMA: Il tredicenne Benjamin (Evan Bird) è una giovane star di film per la tv, con un padre psicologo dai metodi poco ortodossi (John Cusack) e una madre che asseconda tutte le sue manie. Tra le pazienti del padre di Benjamin c'è Havana Segrant (Jiulianne Moore), attrice di poco successo che sogna di poter interpretare il ruolo che fu della madre (grande star del cinema del passato). Jerome (Robert Pattinson) è un'autista di limousine che sogna di poter un giorno diventare un grande attore del cinema. Nella vita dei tre entra un giorno la strana Agatha (Mia Wasikowska), ragazza appena uscita da un'ospedale psichiatrico e con parte del volto ustionato. Sarà così che queste tre storie si intrecceranno tra di loro dando vita anche a strane allucinazioni.


Niente mutazioni, niente demoni sotto pelle, niente arti artificiali o scarafaggi giganti. Questa volta Cronenberg ci mostra il mondo della fredda e nevrotica Hollywood. Una Hollywood malata e surreale che fa sentire il peso della celebrità, fatta di attori inespressivi e freddi. Un mondo dove le donne vorrebbero essere sempre delle eterne ragazzine e i bambini si sentono subito uomini. Questa volta i mostri sotto pelle di Cronenberg si possono ritrovare nelle bruciature e nei dolori della stravagante Agatha, che in questo film alimenta con la sua presenza i fantasmi, le paure, i successi e gli insuccessi dei tre protagonisti, fungendo da filo conduttore delle tre storie che si incrociano senza mai scontrarsi. 











                                                                   

giovedì 11 settembre 2014

FULL MOON ENTERTAINMENT - L'ARTE DELLO SLASHER E DELLO SPLATTER




C'è stato un tempo molto, molto, lontano, dove i giovani registi e i produttori più fantasiosi potevano dare vita alle loro idee geniali tramite effetti speciali rudimentali e mercati, usando storie originali e bizzarre e usando mezzi di distribuzione come le VHS e le TV PRIVATE. 
Purtroppo con l'avvento delle nuove tecnologie, della computer graphic e dello streaming online, questo metodo di lavoro non esiste più e questi piccoli capolavori dello slasher e dello splatter sono ormai andati persi o dimenticati. Una delle realtà più forti che negli anni 80 e 90 dette vita a queste pellicole è senza dubbio la FULL MOON ENTERTAINMENT, creata dal produttore e regista CHARLES BAND. 


                             
Prima di avventurarci nella storia di questa casa di produzione e dei suoi piccoli capolavori, credo che sia meglio parlare un'attimo del genere slasher e splatter, per far capire a chi ci sta leggendo di cosa stiamo parlando. 

SLASHER e SPLATTER 

Lo slasher e lo splatter non sono altro che due sottogeneri del cinema horror, in voga principalmente negli anni 70 e 80, bisogna fare attenzione comunque a differenziare questi due generi dal genere principale che è quello dell'horror classico. I film slasher e splatter, come molti fraintendono, non sono fatti per mettere paura nello spettatore come l'horror più tradizionale, che si basa principalmente sul terrorizzare lo spettatore, curando ambientazioni, luci e scene.                      
                                                            
Chi vede uno di questi due generi e dopo dice "a me non ha fatto paura, ha fatto ridere" non ha capito che l'ironia è proprio uno degli elementi principali di questi film. Lo slasher e lo slpatter nascono principalmente per intrattenere e divertire il pubblico, il tutto accompagnato da forti scene di sbudellamenti, mutilazioni e sangue che scorre a fiumi.  


Ma torniamo alla Full Moon Entertainment e al nostro Charles Band. Nato a Los Angeles nel 1951 impara subito i trucchi del cinema lavorando con il padre, già regista e produttore cinematografico.  A fine anni 70 fonda la Full Moon Pictures (che poi diventerà la Full Moon Entertainment) e la casa di distribuzione Empire. I suoi film si rifanno principalmente ad un cinema indipendente e di serie-b (genere molto prolifico in quegli anni).                                                                                                                                                                            
Band come regista filmerà alcune delle pellicole storiche del cinema di serie-b degli anni 80. Cavalcando l'onda del successo lanciata da Blade Runner di Ridley Scott (molti registi nei primi anni 80 si buttarono sul genere Sci-Fi e Post-Apocalittico) Charles Band da vita, nel 1985, a uno dei suoi primi capolavori: Trancers - Corsa Nel Tempo. 
Il film divenne un vero cult tra i b-movie, al punto di diventare una vera e propria serie di ben sei film.  La trama è la seguente: 

 Jack Deth è un agente di polizia nell'anno 2247 che dà la caccia a Martin Whistler, un pericoloso criminale che utilizza strani poteri psichici per trasformare le persone in zombie e soddisfare i suoi desideri. Deth è in grado di identificare una vittima "tranced" (che appare in prima battuta normale, salvo poi divenire un feroce killer) semplicemente facendole una scansione con un braccialetto speciale.                                                                                                                                                       
Altro grande pregio della Full Moon è stato senza dubbio quello di puntare su giovani registi 
indipendenti, ragazzi alle prime armi, con poca esperienza ma con un gran talento.
Due delle scoperte migliori furono appunto Stuart Gordon e Braian Yuzna, che diressero capolavori come Re-Animator, Dolls, Castel Freaks, Society e Re-Animator 2


  Arrivati a fine anni 80 le produzioni di film horror si cominciarono a rendere conto che le storie che attiravano di più il pubblico era quelle con mostri di piccolo formato, come ad esempio i Gremlins o  La Bambola Assassina,  lo slasher stava prendendo sempre più piede nel cinema horror ed è qui che la Full Moon visse i suoi veri anni d'oro, da prima con il film Doolls e poi con il capolavoro che gli darà ben nove sequel: Puppet Masters. 


  TRAMA:                                                                                                        
 Una piccola famiglia, composta da tre persone (un padre, sua figlia e la          matrigna), quasi investe due ragazze autostoppiste. La famigliola viene          sorpresa da un forte temporale che li costringerà a lasciare la macchina,          rimasta impantanata nel fango, e cercare rifugio. Trovano ospitalità nella        vecchia casa di un anziano fabbricante di bambole e della sua consorte.          Alle due strane persone piace molto il temporale, perché sembra che porti la  "notte più lunga del mondo". Intanto nella casa arrivano altri tre ospiti, cioè  le due autostoppiste quasi investite all'inizio del film, e Ralph (Stephen Lee)  un uomo un po' infantile, che viene sempre rimproverato per la sua troppa  immaginazione (esattamente come per Judy). Judy (Carrie Lorraine), la  figlia della coppia, è una bambina semplice e fa subito amicizia con Ralph.
                                       Sembra che il fabbricante nasconda il fatto che la notte le bambole prendono                                         vita e che hanno uno strano istinto omicida.                                                                     

                                         
TRAMA:                                                                                                            Nel 1939 il mastro burattinaio Andre Toulon (William Hickey) viene assassinato da due killer all'hotel di Bodega Bay in California. Prima di essere assassinato riesce a nascondere le sue creature tanto amate: dei burattini ai quali ha dato vita grazie ad antichi rituali egizi. Neil Gallagher (Jimmie F. Skaggs), è un uomo senza scrupoli che è alla ricerca dei manoscritti lasciati da Toulon. Così sposa Megan (Robin Frates), futura proprietaria dell'albergo, ed uccidendo i genitori si garantisce l'eredità, e scopre i burattini ed il segreto della vita eterna. Intanto, nello stesso hotel, si riunisce un gruppo di sensitivi i quali troveranno i "burattini" risvegliati e trasformati in spietati killer...           

 Ancora oggi la Full Moon cerca il modo di tirare avanti, anche se adesso è più difficile: un po per l'avvento della tecnologia computerizzata, che per questioni di costi non permette alle case indipendenti di stare al passo con le grandi case produttrici di Hollywood e anche per la morte del mercato del block buster, che con l'avvento di internet, dello streaming  e del download, mettono in seri problemi, non le grosse aziende che continuano a sfornare le loro merdate da Oscar, ma le piccole case indipendenti. 

lunedì 8 settembre 2014

CINEMA DI GENERE: IL POLIZIOTTESCO
















Nato negli anni 70 e finito nei primi anni 80, i film detti "POLIZIOTTESCHI" furono per un certo periodo, tra le pellicole più prolifiche del nostro cinema. Gli ingredienti dei poliziotteschi erano semplici: criminali cinici, infami e violenti, commissari di polizia intransigenti e spesso dai modi bruschi, sequestri di persona, inseguimenti spettacolari, rapine e bellissime donne seminude che ballano in night club. 






















Nonostante la critica li abbia sempre stroncati, considerandoli anche film di destra, i poliziotteschi, con le loro ambientazioni in grige metropoli, dove le tematiche affrontate erano sempre criminalità organizzata, prostituzione, consumo e spaccio di droga, riuscirono a descrivere a pieno quel periodo storico che col passare del tempo fu poi chiamato "ANNI DI PIOMBO". 




 I protagonisti di queste pellicole erano sempre i soliti personaggi: commissari di polizia fedeli al loro mestiere, intransigenti e quasi sempre incompresi dai loro  superiori, cittadini maltrattati e delusi dalla giustizia del proprio paese, che decidevano di farsi giustizia con le proprie mani, boss ricchi e potenti, che comandavano lo spaccio di droga e il gioco d'azzardo e il delinquentelli borgatari cresciuti nella miseria e nell'ignoranza.
Nei personaggi dei commissari di polizia possiamo vedere chiaramente la figura dell'uomo frustrato(i commissari di polizia in questi film erano quasi sempre scapoli) che buttano anima e corpo nella propria professione, facendo di tutto, purchè la legge venga rispettata e giustizia sia fatta.
Nella figura del boss vediamo la malavita organizzata, legata ad ambiente politici e poteri forti.

Nella figura del criminale di borgata possiamo 
vedere il proletario, che come dicevo prima,
 cresciuto ormai nella miseria e nell'ignoranza,
 non conosce altra strada se non quella del crimine per poter sopravvivere (una chiara vittima della società). 







Oggi rendiamo omaggio a questo genere, ricordando alcune delle pellicole più belle. 



MILANO CALIBRO 9 - Fernando Di Leo (1972) 


Primo film della "Trilogia del milieu" con Gastone Moschin, Barbara Bouchet e Philippe Leroy. 
TRAMA: 

Uscito di prigione dopo tre anni scontati per una rapina, Ugo Piazza, già corriere di un trafficante di valuta, l'Americano, viene aggredito e percosso a sangue dagli uomini di quest'ultimo - guidati da Rocco, il suo braccio destro - che lo accusano d'aver tenuto per sé 300.000 dollari che gli erano stati affidati. Poiché Ugo nega d'aver rubato quei soldi, l'Americano decide di riassumerlo, per poterlo controllare. Uno dei corrieri viene ucciso, mentre spariscono i 30 milioni di lire che egli portava con sé. Stavolta l'Americano accusa un amico di Ugo, Chino, un assassino di professione che vive con il padrino Don Vincenzo. Chiamato con Rocco e altri a uccidere Chino, Ugo si rifiuta per cui l'Americano torna a pensare che anche il secondo colpo sia opera sua...





LA POLIZIA RINGRAZIA - Steno (1972) 



Realizzato dal maestro della commedia all'italiana e con un grande Enrico Maria Salerno nella parte del protagonista. 

TRAMA: 


 Due ragazzi assaltano una gioielleria, ma il proprietario li mette in fuga: uno dei rapinatori reagisce però uccidendo sia il proprietario del negozio che un operaio che cercava di fermarli. Le indagini vengono assegnate al commissario Bertone: questi si muove subito tra mille difficoltà (è anche messo sotto inchiesta dal sostituto procuratore), che tuttavia non gli impediscono di mettersi sulle tracce di una "Anonima anticrimine" di cui fanno parte anche l'ex questore e altre autorità...










LA MALA ORDINA - Fernando Di Leo (1972) 

Secondo capitolo della "trilogia milieu", sempre diretto da Fernando Di Leo e con Adolfo Celli e Henry Silva. 

TRAMA: 


Luca Canali (Mario Adorf) è un piccolo sfruttatore di prostitute, accusato (ingiustamente) dalla sua organizzazione di aver rubato i guadagni di una spedizione di droga. Due mafiosi americani, David Catania (Henry Silva) e Frank Webster (Woody Strode) si mettono sulle sue tracce, e la mafia uccide la moglie e la figlia di Canali. L'uomo allora mette in atto la sua vendetta, elimina tutti i componenti della mafia e chi aveva fatto ingiustamente ricadere la colpa su di lui.









LA POLIZIA INCRIMINA, LA LEGGE ASSOLVE - Enzo G Castellari (1973)


Primo film a decretare la nascita del termine "poliziottesco", con un grande Franco Nero e una stupenda colonna sonora fatta dai fratelli De Angelis. 

TRAMA: 


Il commissario Belli, che indaga su un grosso traffico di droga tra Genova e Marsiglia, nel quale sono implicate due bande rivali, arresta un uomo, "il libanese", che potrebbe rivelarsi prezioso. Ignoti sicari, però uccidono quest'ultimo, per impedirgli di parlare, durante la sua traduzione in questura. Avendo intuito che nell'affare è coinvolto un potente e insospettabile industriale ligure, belli riesce a convincere il suo più anziano e prudente collega, il commissario-capo Scabino, che su tale individuo ha raccolto già un importante "dossier" (ma gli mancano prove realmente decisive) a consegnarlo a chi di dovere.






MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA - Sergio Martino (1973) 


Girato da Sergio Martino e interpretato da Luc Merenda che da qui in poi interpreterà spesso  la parte del commissario di polizia in film poliziotteschi. 

TRAMA: 

Il commissario Caneparo, sospeso per i suoi metodi violenti, decide di vendicare per conto suo un collega ucciso perché era su una pista giusta. Per condurre le sue indagini Caneparo decide di infiltrarsi dalla malavita, dapprima ingraziandosi le simpatie di una prostituta, così da far credere agli altri di essere un magnaccia. Si fa raccomandare poi da un delinquente detto Monsùmerda a coloro che si celando dietro le rapine










CANI ARRABBIATI - Mario Bava (1974) 


Capolavoro del cinema di genere Italiano, realizzato dal maestro dell' horror Mario bava, che si cimenta questa volta in un road movie spietato e dal finale sconvolgente. 

TRAMA: 


Quattro banditi rapinano una banca ma la polizia interviene e uno di loro viene ucciso. I tre superstiti riescono a fuggire in auto con il bottino ed a prendere tre ostaggi: un uomo, un bambino ed una donna. I membri della banda si chiamano tra loro con dei soprannomi: "il Dottore" è il cervello del gruppo mentre "Bisturi", esperto di lame, e "32", concorrente diretto del mitico John Holmes quanto a prestanza amatoria, sono sgherri da bassa e sanguinosa manovalanza. Tra caselli e autogrill, in corsa continua sulle autostrade, pura bestialità e frizioni interne alla banda portano presto ad esiti imprevedibili.






MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PUO' SPARARE - Umberto Lenzi (1974) 


Un grande Tomas Milian diretto da un altrettanto grande Umberto Lenzi. Stupenda anche in questo caso la colonna sonora, composta da Ennio Morricone. 

TRAMA: 


Giulio Sacchi, feroce balordo di periferia, organizza il rapimento di una ragazza, figlia di un ricco imprenditore. Sulle sue tracce il commissario Grandi, che ha capito tutto, anche l'epilogo tragico della vicenda. Dovrà farsi giustizia da solo.












IL CITTADINO SI RIBELLA - Enzo G. Castellari (1974) 


Franco Nero e Enzo G Castellari ancora insieme in un'altro capolavoro del genere, che ricorda "Il giustiziere della notte" di Charles Bronson. 

TRAMA: 


A Genova, durante una rapina in un ufficio postale, tre banditi prendono in ostaggio uno dei clienti, l'ingegner Carlo Antonelli. Pestato a sangue e abbandonato in un'auto, Antonelli vuole vendicarsi ma, quando capisce che la polizia non lo aiuterà più di tanto, decide di mettersi alla ricerca dei banditi e di farsi giustizia da sé.












IL GIUSTIZIERE SFIDA LA CITTA' - Umberto Lenzi ( 1975) 


Anche in questa pellicola il protagonista si trasforma in giustiziere e decide di farsi vendetta da solo. 

TRAMA: 


La banda Conti rapisce il figlio d'un ricco ingegnere lombardo e uccide un poliziotto privato che l'aveva smascherata. Per vendicare il fratello e liberare il ragazzo sequestrato, interviene un ex gangster, Rambo, divenuto servitore del tutto personale della giustizia.













ROMA VIOLENTA - Franco Martinelli (1975) 


Primo film della famosa "Trilogia del commissario" che vede come protagonista il commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli,il quale diverrà in seguito icona del genere poliziesco. 

TRAMA: 


Il commissario Betti poliziotto della Questura romana, ha perso un fratello diciottenne che è stato colpito senza alcuna ragione da un delinquente nel corso di una rapina. Quando un episodio assai simile si ripete su di un autobus in Piazzale Flaminio, il Betti sguinzaglia gli agenti Biondi e De Rossi travestiti da straccioni e, forte delle informazioni che ottiene, individua delinquenti, li percuote a sangue e poi li consegna ad un meccanismo giudiziario e penale in cui non ha alcuna fiducia.









ROMA A MANO ARMATA - Umberto Lenzi (1976

Tomas Milian e Maurizio Merli, due icone del genere finalmente insieme sotto la regia del maestro Umberto Lenzi, per un film destinato a diventare un vero e proprio CULT. 

TRAMA: 


Capo della romana "squadra omicidi", il commissario Tanzi è convinto che per combattere la criminalità la polizia non possa lasciarsi imbrigliare dai codici, né approva la comprensione di cui la fidanzata, psicologa presso il tribunale dei minorenni, dà prova nei confronti dei giovani delinquenti. Rigoroso assertore del rispetto della legge è invece il questore, cui perciò non garbano gli spicciativi metodi del commissario: dopo il brutale pestaggio di un indiziato, il gobbo Vincenzo Moretto, Tanzi viene trasferito dalla "squadra omicidi" a un incarico amministrativo. Ma il commissario non è tipo da starsene dietro a una sedia.






IL TRUCIDO E LO SBIRRO - Umberto Lenzi (1976) 


Primo film da cui nascerà il personaggio di Er Monnezza, simpatico ladruncolo dalla battuta volgare, figlio di un ladro e di una prostituta. 

TRAMA: 


Il commissario Sarti fa evadere Er Monnezza, ladruncolo borgataro, con l'intento di farsi aiutare a rintracciare Brescianelli, un pericoloso mafioso che ha rapito una bambina gravemente malata. Oltre ad essere latitante Brescianelli ha anche cambiato i suoi connotati, con un'operazione di plastica facciale.











UOMINI SI NASCE POLIZIOTTI SI MUORE - Ruggero Deodato (1976) 



Diretto dal maestro dei Cannibal Movie, Ruggero Deodato, è considerato uno dei più violenti e controversi poliziotteschi. 

TRAMA: 


Alfredo e Antonio sono la punta di diamante di una brigata speciale della polizia che combatte la malavita ad armi pari. Liberi da qualsiasi vincolo legale e con licenza di uccidere, i due agiscono con spietatezza coperti dal loro capo. Le cose si complicano quando i due cominciano a dare la caccia ad un delinquente ferocissimo, il biscazziere Roberto Pasquini, che spadroneggia a Roma con connivenze in ogni settore della malavita.











IL CINICO, L'INFAME E IL VIOLENTO - Umberto Lenzi (1977) 


Maurizio Merli e Tomas Milian ancora insieme e sempre diretti da Umberto Lenzi, per una sorta di sequel di Roma a Mano Armata.                                                                                                                                                                     TRAMA: 

 commissario Tanzi lascia la polizia per protesta contro i superiori che disapprovano i suoi metodi poco ortodossi. Contravvenendo a quanto gli viene "consigliato" (fingersi morto e scappare in Svizzera) si ributta nella mischia, ma il suo passato lo insegue. Luigi Maietto, infatti, finito in galera per colpa sua, è tornato libero e vuole vendicarsi.




LA BANDA DEL GOBBO - Umberto Lenzi (1977) 


In questo film Tomas Milian interpreterà sia la parte del Gobbo (personaggio portato al successo con Roma a mano armata) sia quella del Er Monnezza (diventato famoso invece per il film Il trucido e lo sbirro). 

TRAMA: 


Con i complici Perrone, l'Albanese e il Sogliola, il Gobbo assalta un furgone portavalori. Fatto il colpo, i soci gli sparano addosso. Il Gobbo si salva e prepara la vendetta. Ma suo fratello Monnezza provvede.