mercoledì 15 aprile 2015

QUELLA SPORCA SACCA NERA - LA RECENSIONE














LA RINASCITA DELLO SPAGHETTI WESTERN SOTTO FORMA DI WEB SERIE. 

TRAMA:


In un territorio arido e senza legge, uno straniero vestito di nero e con un passato misterioso, cerca la sua  vendetta tagliando teste e conservandole in una sporca sacca nera che si porta sempre dietro....




















E' una Web Serie prodotta dalla Pulp R Studio e diretta da Mauro Aragoni, già elogiato qualche tempo fa dal nostro blog per il suo corto "Born From The Blood". Questa Web Serie, che in Italia sembra ancora rimanere nell'underground, ha invece riscosso molto successo sia sul web che in vari festival, aggiudicandosi premi e riconoscimenti molto importanti. Alcuni esempi possono essere il Roma Web Fest, dove la serie si è aggiudicata i premi "Miglior Fotografia" e "Miglior Scena d'azione", oppure il Los Angeles Web Fest, festival di fama mondiale che si svolge appunto a Los Angeles e dove quest'opera è riuscita a portarsi a casa 6 premi su 8. 


LA RECENSIONE: 

Aragoni inizia ogni episodio con una morte, sempre spettacolare e che avviene sempre mediante un colpo alla testa, usa una fotografia sporca e consumata, quasi da cinema Grindhouse, mischiando citazionismo e originalità. Cita Leone nei primi piani degli occhi e nelle inquadrature dei dettagli, ma non solo, rende omaggio agli spaghetti western con il tema della vendetta, con il personaggio del pistolero misterioso, con i duelli dalle lunghe attese, ricordandoci pellicole come "Da Uomo a Uomo" o "La Resa dei Conti", ma può anche ricordarci film più recenti come "Sukiyaki Western Django" di Takashi Miike con il suo tipo di violenza fatta di sangue che scorre a fiumi e che schizza da tutte le parti, una violenza più da cinema splatter che da cinema western, e questa è una delle cose che lo rende interessante. Il regista non sembra voler rendere omaggio solo ai western, sembra voler prendere tutti i generi che più ama, come l'horror, lo slasher, i revenge movie, gli spaghetti western e metterli tutti insieme, riuscendo così a creare un'opera che sia moderna e nostalgica al tempo stesso. Ottime le interpretazioni e le musiche di stampo Morriconiano, che mischiate agli stupendi scenari naturali che sembrano riportarci in Messico, riescono a fare veramente la loro figura.
Per concludere, non posso nemmeno immaginare cosa avrebbero potuto creare questi ragazzi, se alle spalle avessero avuto una grossa casa di produzione, infatti, questa opera è la dimostrazione vivente che in Italia abbiamo persone che hanno inventiva, originalità e voglia di sperimentare, persone che se avessero solo un terzo dei milioni che gli americani spendono per le loro pellicole del cazzo, riuscirebbero a creare film che sotterrerebbero completamente tutta quella merda che ci arriva da oltre oceano, comprese anche tutte quelle commedie natalizie che propina ogni anno il mercato Italiano.


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