giovedì 15 dicembre 2016

SULLY - LA RECENSIONE



















CLINT EASTWOOD CI RACCONTA UN NUOVO EROE AMERICANO. 

TRAMA:  

Il 15 gennaio 2009 il mondo intero è testimone del “miracolo sull’Hudson” quando il capitano Sully Sullenberger (Tom Hanks) plana con il suo aereo in avaria sulle acque gelide del fiume Hudson, salvando la vita dei 155 passeggeri a bordo. Tuttavia, nonostante Sully venga acclamato come eroe dall’opinione pubblica e dai mass media per la sua impresa senza precedenti nel mondo dell’aviazione, un’indagine rischia di distruggere per sempre la sua reputazione e la sua carriera…






















LA RECENSIONE: 

E' veramente incredibile come il vecchio Eastwood riesca sempre a portare sullo schermo film dichiaratamente di destra e come ogni volta riesca a farmeli piacere. 
Dico subito che non ero impazzito affatto per American Sniper, lo reputo ancora oggi il suo lavoro peggiore, e questo non perchè sia un film di destra ultra nazionalista, è solo che lo reputo un film fatto male, una pellicola che si perde in se stessa e che ha dei gravi problemi di sceneggiatura. 
Con Sully invece la storia è diversa, con questo nuovo lavoro il regista ci racconta la storia di un altro eroe americano, ma questa volta che gira senza fucile di precisione e che invece di togliere vite le salva, un uomo semplice della classe media, responsabile e coscienzioso (ruolo che sembra scritto apposta per Tom Hanks), una persona che appare come un eroe agli occhi dell'oppinione pubblica ma, allo stesso tempo, un irresponsabile per la burocrazia e i colletti bianchi che fanno capo alle grandi aziende assicurative.  
Con questo ennesimo film Eastwood riesce a dare vita ad una pellicola di novanta minuti veramente ben girata e scritta, una storia dai tempi perfetti che riesce a mantenere lo spettatore davanti allo schermo senza fargli mai avere l'impressione che il film che ha davanti sia troppo breve o che passi troppo velocemente. 
Non mancano chiaramente le critiche alla società americana (come nella maggior parte dei film del regista), c'è la critica al sistema bancario, alla crisi economica e ai mass media, in poche parole la classica ricetta alla Eastwood che non fallisce mai. 
Ancora una volta l'antagonista dell'eroe sembra essere la sua patria, il regista ci mostra infatti un uomo apparentemente fragile e solo che deve scontrarsi contro il potere forte della società, un uomo che deve riuscire ad essere un buon marito e che deve dimostrare come gli istinti umani non possano essere paragonati ad un simulatore, un attacco duro e forte ad un certo tipo di mentalità che negli anni ci porta ha portato a pensare che la macchina abbia sempre ragione, perchè non umana, e che invece l'uomo possa cadere nell'errore perchè imperfetto. 
Con una stupenda fotografia, realizzata da Tom Stern (storico collaboratore Eastwood), e una sceneggiatura fatta di giochi temporali che salta in avanti e indietro nella storia, il regista ci regala ancora una volta una pellicola che lo conferma uno dei migliori registi in circolazione. 
In Sully non troveremo la struggente commozione vista in Million Dollar Baby e nemmeno la voglia di giustizia reazionaria di Gran Torino, Eastwood firma con questa pellicola la sua opera più secca e diretta, un film che comunque resta una perfetta lezione di cinema.




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