martedì 7 febbraio 2017

SPLIT - LA RECENSIONE






















M. NIGHT SHYAMALAN SEMBRA ESSERE TORNATO PIU' IN FORMA CHE MAI. 

TRAMA:


Casey è una ragazza introversa e problematica, tenuta in disparte dalle compagne di scuola più popolari. Insieme a due di loro, Claire e Marcia, viene rapita da un maniaco, che chiude le ragazze in uno scantinato. In attesa di scoprire che ne sarà di loro, verranno a conoscenza delle diverse personalità che coabitano nella mente del loro rapitore: un bambino, una donna e altre ancora, assai più pericolose.         





















LA RECENSIONE: 

Forse non è del tutto giusto usare frasi tipo "Shyamalan è tornato", lo dico per il semplice fatto che la carriera del regista si è sempre distinta per i suoi alti e bassi. 
Se ripenso alla sua filmografia infatti mi vengono in mente pellicole geniali come "Il Sesto Senso" o "Unbreakable - il predestinato", film con i quali è stato fatto entrare a pieno merito nel mondo di Hollywood, ma ricordo anche grosse cadute come quella di "Signs", il rialzo favoloso di "The Village", qualche marchetta cinematografica come l'inutile "After Earth" e per finire "The Visit", il film horror in stile mockumentary che è riuscito a far rientrare il regista nelle mie grazie. 
Parlando del suo nuovo lavoro posso dire solamente che anche questa volta Shyamalan ha passato l'esame, nel senso che "Split" è senza dubbio un thriller ben girato e sopratutto ben interpretato. 
Sono giorni che continuo a leggere di gente che si ostina a dare giudizi negativi a questa pellicola e a dire che "Split" non è un thriller, a mio parere credo che tali persone siano le stesse che riescono a sbavare per film spazzatura come "Suicide Squad" e che non sono in grado di distinguere un buon thriller da una puntata di Don Matteo. 
Shyamalan in questo film ci da tutto: tensione, suspense e traumi psicologici, fa crescere il folle delirio del protagonista in maniera lenta e tesa, cerca di lasciare lo spettatore il più possibile nell'oscurità e nel mistero (esattamente come succedere alle tre vittime, le quali, non riescono a capire dove siano state rinchiuse e che sono completamente ignare di quale terribile destino le attenda). 
La regia è perfetta, Shyamalan riesce infatti a girare per la maggior parte in interni e, in particolare, in ambienti bui e claustrofobici, gira ogni scena alla perfezione, regalandoci perfette scene di suspense e di tensione (come gli inutili tentativi di fuga delle tre ragazze o l'inseguimento finale che sfocia in un vicolo cieco), se questo non è un classico schema da thriller beh... non so proprio cosa dirvi. 
Anche se il film sembra essere improntato sul personaggio interpretato da James MacAvoy e sui suoi vari problemi di psiche, Shyamalan mette invece a confronto due personaggi apparentemente diversi tra loro: uno è quello del carnefice e l'altro è quello della vittima, due figure opposte ma allo stesso tempo simili: entrambe emarginate, sole, con grosse difficoltà di integrazione e con un trauma nascosto nella loro infanzia. 
Anya Taylor-Joy è perfetta nella parte assegnatagli e si dimostra veramente all'altezza del personaggio (non c'è da stupirsi visto il suo esordio nell'horror "The Witch"), per quanto riguarda James MacAvoy (che tutti ricordano solamente per il ruolo del professor Xavier e mai per "L'ultimo Re di Scozia") l'attore Scozzese ci regala un' interpretazione veramente al top, i suoi cambi di espressione, di voce e di atteggiamento sono così convincenti e ben studiati da far credere anche allo spettatore di avere di fronte più personaggi.  
Non manca certo il twist finale (tipico di Shyamalan), ma non vi aspettate un classico colpo di scena come per "Il Sesto senso", "Il Predestinato" o "The Village", questa volta il regista ci lascia veramente a bocca aperta e ci regala un finale aperto che sembra far ben sperare, non ci resta che incrociare le dita e sperare che Shyamalan continui su questa strada e non si perda ancora una volta nel buio.

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