giovedì 16 marzo 2017

LIKE - LA RECENSIONE





















QUANDO DA UN SEMPLICE "LIKE" DIPENDE LA TUA INTERA VITA. 

TRAMA:

Un misterioso serial killer conduce un macabro live-show dove processa le proprie vittime in diretta streaming, lasciando il verdetto finale al pubblico della rete che lo esprime con i propri "Like".






















LA RECENSIONE: 

Dopo essere entrato in selezione al Fantafestival di Roma, all'HorrorHound di Cincinnati, allo Scare-A-Con di New York ed aver vinto il premio "Miglior Corto Italiano" al Torino Comics Horror Fest, anche noi siamo riusciti a vedere "LIKE", il nuovo cortometraggio del regista romagnolo Giulio Manicardi. 
Scritto dallo stesso Manicardi e prodotto dalla Ten Little Indie, il film è un interessante horror thriller che mostra allo spettatore che cosa accade quando mettiamo la nostra vita nelle mani del web e di quanto ormai esso sia parte integrante della nostra quotidianità.
Questa scatola nera, che ci portiamo sempre dietro e della quale siamo completamente dipendenti, contiene i nostri segreti più oscuri e misteriosi, le nostre debolezze e il nostro vero io, contiene paure e segreti i quali, se rivelati al mondo, possono distruggere per sempre quella finta facciata di perbenismo e moralismo che ci siamo costruiti nella vita reale. 
E' così che, esattamente come succedeva ai tempi dei Romani, ci ritroviamo nella fossa dei leoni e veniamo giudicati e condannati dal popolo tramite un semplice pollice alzato o abbassato. 
Con "LIKE" Manicardi da vita ad un'interessante storia di diciannove minuti che potrebbe tranquillamente essere una puntata di Black Mirror, un tema riportato sullo schermo già altre volte (come ad esempio il recente Knock Knock di Eli Roth), ma dal tocco molto personale, un corto ben girato e ben interpretato, in particolare da notare il buon lavoro di doppiaggio fatto sul personaggio del Killer, il quale, porta la voce del grande doppiatore e direttore del doppiaggio Aldo Stella. 
Altre note di merito sono senza dubbio la fotografia e le musiche, rispettivamente di Daniele Quadrelli e Hank Zamar, che riescono a dare quel tocco in più alla messa in scena dell'opera. 
In poche parole: un buon lavoro di squadra per un corto ben girato, un film semplice ma per niente scontato, che ti rimane in testa come una lama che ti penetra il cranio, quindi, tutto quello che possiamo dire è solamente "Mi Piace". 




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